Ciclovia del Garda, interrogazione Bigon (Pd): “Necessario studiare alternative rispetto ai tratti di maggiore pericolosità”.
“I timori circa la sostenibilità economica ed in termini di sicurezza dell’attuale progetto per la Ciclovia del Garda, esistono e sono fondati. Basti pensare ai costi esorbitanti solo per la sponda trentina e alla recente frana che ha comportato la chiusura della Gardesana occidentale. Si vuole dunque sondare ogni possibile alternativa?”.
A chiederlo con un’interrogazione è la consigliera regionale del Pd Veneto, Anna Maria Bigon.
L’esponente dem ricorda che “nello stesso decreto del Ministero delle infrastrutture si evidenza come il requisito della sicurezza della ciclovia è elemento essenziale e imprescindibile. In fase di progettazione deve essere esaminato tutto il tracciato della ciclovia, evidenziando punti o tratti potenzialmente pericolosi per la percorrenza ciclabile, per i quali dovrà essere predisposta una analisi del rischio. È chiaro che la frana di fine dicembre sulla sponda bresciana ha aumentato le preoccupazioni di tutti, senza dimenticare le condizioni di forte vento che caratterizza in primo luogo l’alto Garda e che rendono inutilizzabili i tratti previsti su passerelle”.
Insomma, “le caratteristiche geomorfologiche di parte dei siti interessati dal progetto della ciclovia del Garda – si legge ancora nell’interrogazione – richiederebbero una particolare cautela, suggerendo la necessità di valutare possibili alternative parimenti sostenibili e in chiave di intermodalità, che possano compendiare al meglio le istanze del territorio e le esigenze di sicurezza”.
Di qui la domanda all’assessora regionale alle Infrastrutture. Ovvero “se non ritenga necessario proporre delle possibili alternative, relativamente ai tratti che presentano un indice di pericolosità più elevato, al
l’attuale progetto della ciclovia del Garda, pur garantendo la continuità dei collegamenti e un’alternativa di mobilità dolce lungo tutte le sponde lacustri”.