RICHIAMO DEI VESCOVI SULL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA, BIGON (PD): “UN PAESE A 20 MARCE NON PUÒ FUNZIONARE. SI RIPARTA DALLE EMERGENZE NAZIONALI: SANITÀ E POVERTÀ”.
“La presa di posizione della Conferenza dei vescovi italiani contro il progetto di autonomia differenziata portato avanti a colpi di maggioranza da Lega e Fratelli d’Italia conferma la preoccupazione generale suscitata da questo provvedimento, che è stato scritto indossando gli occhiali del cieco egoismo, dell’ideologia e anche di presunzione piuttosto che del bene comune”.
Così la consigliera regionale Pd Anna Maria Bigon, che spiega: “Non c’è, infatti, una parte del Paese che può fare da sola, malgrado o a scapito delle altre. Lo vediamo benissimo nella sanità dove le liste di attesa sono un’emergenza nazionale. Anche in Veneto. Anche in Lombardia”.
“Il confronto ora invocato dagli esponenti della Lega è tardivo e strumentale – continua Bigon –. Le perplessità e le preoccupazioni di Regioni, Comuni, opposizioni, associazioni dei cittadini per questo provvedimento sono note da anni. Solo che non le hanno mai volute ascoltare, andando avanti a testa bassa”.
“Un Paese a 20 marce diverse non è un Paese, ma un aggregato territoriale in cui chi ha disponibilità economiche e reddito si può salvare, mentre chi non ha tali disponibilità è destinato ad essere lasciato per ultimo. Le differenza vanno valorizzate non penalizzate o discriminate” aggiunge.
“La povertà, che secondo Eurispes fa arrancare il 57% degli italiani che stentano ad arrivare alla fine del mese, con il 36,6% degli italiani che deve intaccare i risparmi; il 32,1% che deve chiedere aiuto alla famiglia di origine; il 42,7% che deve pagare a rate; il 28,3% che deve rinunciare alle cure sanitarie, è un problema sociale che va affrontato insieme in un’ottica nazionale ed europea. Non è un problema o una colpa individuale da relegare e attribuire ai singoli. Il Paese, Il Veneto, Verona aspettano risposte concrete, a partire da sanità e povertà, non scorciatoie ideologiche” conclude.