AGGIORNAMENTO PIANO GOVERNO LISTE DI ATTESA. BIGON (PD): “MANCANZE MACROSCOPICHE, UN PASSO IN AVANTI E DUE INDIETRO”.
La recente circolare della Direzione generale della Sanità veneta che, dopo mesi di iniziative da parte del Pd e delle associazioni di cittadini, ha dato alle Ulss le direttive per l’applicazione del decreto legislativo del 1998 numero 124 per il rispetto delle liste di attesa, ha rappresentato un indubbio passo in avanti.
A fronte di ciò, anche il testo del nuovo Piano per il governo delle lista di attesa, arrivato all’esame della Quinta Commissione consiliare regionale, deve essere adeguato. In realtà presenta delle carenze che porterà ad essere insostenibile e quindi non garantire dei percorsi certi di tutela della salute, vale a dire: entità del fondo sociale (con cui si finanziano le visite) insufficiente; mancanza di un tetto alle liste di galleggiamento; nessuna garanzia sull’effettiva presa in carico dei pazienti dopo la prima visita.
La circolare di attuazione della legge 124 del 1998 riconosce il requisito dell’effettività nel rispetto dei tempi di erogazione delle prestazioni mediche specialistiche, prevedendo che al cittadino sia data la possibilità, nel caso del superamento dei termini previsti, di effettuare la visita, senza costi aggiuntivi, nell’ambito dell’attività professionale intramuraria, che è l’attività svolta dal medico nella struttura ospedaliera in regime libero professionale”.
Qui il fac-simile della lettera che va inviata al Direttore generale dell’Ulss qualora il Cup non sia in grado di dare al paziente un appuntamento nei tempi prescritti dal medico di base: https://drive.google.com/
Se è pur vero che questa istanza prevista dalla normativa nazionale, segue un percorso diverso dal piano oggi in esame, è pur vero che per rendere effettivo l’esercizio di tale diritto, occorrono una serie di condizioni: per esempio, alla pratica delle liste galleggiamento va messo un termine, altrimenti il cittadino rischia di rimanere in balia dell’attesa sino alla scadenza del termine indicato dal medico, vanificando così anche il diritto di chiedere la visita intramuraria. Inoltre l’obiettivo di recuperare il 90% delle visite in attesa non può essere accettato. Occorre invece la garanzia che le liste d’attesa vengano formate correttamente, e che ad esse segua l’effettiva presa in carico della persona e del nominativo, cosa che oggi spesso non avviene. Infine, abbiamo chiesto che il recupero delle visite avvenga dando priorità all’acquisto di prestazioni intramuraria piuttosto che l’acquisto di prestazioni di cliniche private.