Sanità, Bigon e Camani (Pd): “Su personale e liste d’attesa servono maggiore trasparenza e misure concrete. Non basta ammettere che i problemi esistono”.

Pubblicato da il 5 Luglio 2024

“Sulla sanità veneta manca la piena trasparenza. I numeri illustrati in conferenza stampa da Zaia sono infatti parziali e pur ammettendo che i problemi esistono, si evita di mettere il dito nella piaga. Ad esempio Zaia parla certamente di una carenza di circa 3.500 medici. Eppure non spiega perché, dagli 8.362 medici in servizio al 31 dicembre 2022 siano, secondo gli ultimi dati, 8.175 quelli attualmente presenti in organico. Insomma, invece di un incremento delle assunzioni c’è stata una diminuzione del personale, peraltro con un costante aumento di contratti determinati sul 2019 pari ad un + 84%”.

A sollevare la questione sono le consigliere regionali del Pd Veneto, Anna Maria Bigon e Vanessa Camani.

“Nonostante non ci siano stati incrementi significativi delle assunzioni, il costo del personale è tuttavia salito negli ultimi anni, con una spesa che nel 2022 è stata superiore di oltre 100 milioni di Euro rispetto al 2021. Impossibile ignorare l’incidenza dei gettonisti: una pratica costosa e che non risolve la strutturale carenza di personale del nostro sistema sanitario. Circa le dichiarazioni soddisfatte sull’aumento della produttività del 4%, siamo al surreale perchè si tratta di un risultato ottenuto al prezzo di turni massacranti cui vengono costretti i nostri professionisti. È ovvio poi che i concorsi vadano deserti: tra paghe inferiori al privato e servizi estenuanti, il pubblico perde sempre più attrattività. Sullo stato di sofferenza del personale sanitario dicono molto anche i dati sulle dimissioni volontarie. Tra il 2019 e il 2022, infatti, si sono dimessi 1.582 medici e 2.613 infermieri”.

Infine, “per quanto riguarda le liste d’attesa – concludono Bigon e Camani – torniamo a chiedere chiarezza sui dati: senza quello della differenza tra le prescrizioni e le prestazioni effettivamente erogate è impossibile considerare quanti sono sentiti dire che le liste sono chiuse, si sono rivolti al privato o, nel peggiore dei casi, hanno rinunciato a curarsi”.