Sanità, Bigon (Pd): “Le richieste del Veneto al governo in relazione ai posti negli Atenei per le professioni sanitarie sono inadeguate. Stiamo depotenziando il servizio pubblico “.
“È sorprendente e incomprensibile come, di fronte ad una carenza veneta dichiarata dallo stesso Zaia di 3.500 medici, la Giunta regionale ne chieda solamente 1.000 al governo. Basti pensare che l’Emilia Romagna, con una popolazione meno numerosa rispetto a noi, ne chiede 1.800 e che la Toscana, con 1,2 milioni di abitanti in meno, ne chiede 1.100. Eppure dovremmo aver imparato qualcosa dall’esperienza del Covid e della mancata programmazione dei medici di famiglia che ha portato a chiedere la metà delle borse di formazione rispetto alle altre regioni. È evidente che questa inadeguatezza delle richieste sia dovuta ad una programmazione sbagliata e soprattutto alla volontà di depotenziare il sistema sanitario pubblico. Una strategia di smantellamento che nel frattempo ha favorito, tra il 2019 e il 2022, le dimissioni volontarie di ben 1582 medici e di 2632 infermieri. Quindi non è possibile pensare che la mancanza di 3500 medici oggi, venga colmata entro il 2026, come dichiarato dalla Regione. Infatti, tenuto conto del numero di dimissioni e di pensionamenti, il numero non solo non verrà colmato, ma sarà ancora più grave tenuto anche conto del fatto che , invecchiando sempre di più la cittadinanza, ci sarà ancora più necessità .
Anche la Lombardia, due volte il Veneto in termini di residenti, ha chiestomoltre il triplo del Veneto..sbagliano tutte le altre regioni?”
Lo dice la consigliera regionale del Pd Veneto, Anna Maria Bigon.