Ius scholae, Bigon (Pd): “Dopo la battaglia, FI fa retromarcia”.
“Dopo la battaglia ingaggiata nel corso dell’estate a favore dello ius scholae, Forza Italia avrebbe dovuto tradurre le parole in fatti, visti anche i numerosi richiami del segretario Tajani al ‘coraggio dei cattolici’ di portare avanti i valori, ribaditi anche in occasione del raduno scout a Verona. Ma, alla prova del nove, i forzisti hanno preferito fare dietrofront in modo grottesco, nascondendosi dietro il paravento dei tecnicismi parlamentari. Evidentemente, gli interessi partitici hanno avuto la meglio sui diritti dei bambini e dei giovani che vivono la stessa vita dei loro coetanei italiani e che dunque meritano gli stessi diritti e gli stessi doveri”.
Il giudizio, relativo alle vicende parlamentari legate all’approvazione di una legge sullo ius scholae, è della consigliera regionale del Pd, Anna Maria Bigon.
“Nei 30 anni trascorsi dall’approvazione della legge sulla cittadinanza, l’Italia è profondamente cambiata: nel 1992 erano residenti in Italia poco più di 300 mila cittadini stranieri, oggi sono più di 5 milioni. I luoghi di lavoro e di formazione, lo sport e gli spazi di socialità, le organizzazioni solidali e i sindacati sono caratterizzati dalla partecipazione strutturale e qualificante di persone che, a vario titolo, hanno una storia personale o familiare di migrazione. Diventa dunque una necessità quella di riformare il diritto di cittadinanza. La norma sullo ius scholae risponde a questa esigenza perché riconoscerebbe piena cittadinanza a ragazze e ragazzi che vivono in Italia da prima del loro dodicesimo anno di età e che hanno completato un ciclo di studi di 5 anni. Partiamo da qui”.