Prestazioni sociali: più efficienza
Spesso leggiamo la notizia che le pensioni dei defunti vengono riscosse dai familiari dopo la morte, che gli emolumenti corrisposti ai medici di base comprendono quelli dei soggetti che si sono trasferiti in altre città e che l’evasione fiscale non viene contrastata in modo definitivo per condurla ai livelli degli altri paesi occidentali. Tutto questo avviene perché manca l’integrazione dei dati e l’elaborazione delle informazioni da parte della macchina statale. I dati sono presenti in qualche settore della PA e non sono conosciuti ed utilizzati dall’intero sistema. Questo stato di cose rende lo Stato, complessivamente considerato, inefficiente ed inefficace di fronte a taluni fenomeni.
“L’utilizzo delle informazioni analitiche”, affermano Diego Zardini ed Alessia Rotta, parlamentari veronesi del PD, “che si fondano su moderne applicazioni informatiche e il metodo dei controlli incrociati rappresentano nuove leve di vantaggio competitivo per lo Stato e sviluppano capacità distintive finalizzate a contrastare le autodichiarazioni mendaci che concorrono a erogare servizi in modo iniquo. Le informazioni in possesso da parte di alcuni settori dello Stato vanno raccolte, elaborate, organizzate ed utilizzate in modo automatico a favore dell’intero sistema di welfare”.
Nell’interrogazione presentata Diego Zardini e Alessia Rotta dichiarano che “lo Stato eroga servizi e trasferimenti per ridurre iniquità e colpire le rendite parassitarie. In molti casi si è verificato che gli evasori fiscali a causa dell’esiguità dei loro redditi e ricchezze visibili non solo non pagano le tasse, ma accedono a condizioni agevolate ai servizi di pubblica utilità ed alle prestazioni sociali. Pertanto, una parte della redistribuzione avviene verso persone che non meritano un aiuto e, quindi, finisce per aumentare l’iniquità dello Stato”.
I due deputati del PD che hanno presentato un’interrogazione ai ministri del Lavoro e dell’Economia affermano che “l’introduzione della Banca dati dei conti correnti e del nuovo Isee si muovono nella direzione di combattere il fenomeno della redistribuzione iniqua dei servizi a favore dei finti poveri, di sostenere l’erogazione dei benefici a favore delle persone che si trovano in condizioni disagiate e di non sprecare le scarse risorse dello Stato per finalità che non meritano alcuna attenzione”.
Zardini e Rotta osservano che “il nuovo Isee viene applicato a numerose prestazioni nazionali e locali con esclusione giustamente di alcune prestazioni sociali erogate dall’Inps (assegno sociale, maggiorazioni sociali, prestazioni agli invalidi civili, integrazione al minimo) perché collegate al reddito”. Le prestazioni sociali erogate dall’Inps sono collegate al reddito e si basano sulle autocertificazioni degli interessati.
“L’Inps, nel definire le prestazioni collegate al reddito”, affermano nell’interrogazione Zardini e Rotta, “effettua i controlli necessari utilizzando l’anagrafe tributaria per i redditi assoggettabili all’Irpef. Per gli altri redditi, quali i redditi con ritenuta alla fonte a titolo d’imposta (interessi postali e bancari, interessi su titoli), e per i ricoveri, con retta a parziale o totale carico di enti pubblici che incidono sull’importo dell’assegno sociale e sulle pensioni sociali in essere, è impossibile fino ad oggi per l’istituto previdenziale verificare la veridicità delle autocertificazioni. Talvolta le persone richiedenti le prestazioni specificate, essendo a conoscenza di tale gap, non dichiarano nelle autocertificazioni le tipologie dei redditi e delle prestazioni non controllabili, con la conseguenza che l’Inps eroga nel peggiore dei casi prestazioni illegittime e nel migliore dei casi prestazioni superiori all’importo che spetterebbe nel caso di dichiarazioni veritiere”.
Diego Zardini e Alessia Rotta sottolineano che “l’Inps, il quale è il maggior erogatore di prestazioni sociali rapportate al reddito personale e familiare, ha bisogno di verificare, tramite la predisposizione di apposite applicazioni informatiche che garantiscono la riservatezza dei dati e delle informazioni, la banca dati delle prestazioni sociali agevolate e la banca dati dei conti correnti al fine di rapportare l’importo delle prestazioni erogate alla situazione reddituale reale delle persone interessate ed eliminare sprechi ed iniquità. I richiedenti o titolari di assegno sociale e di maggiorazione sociale non sempre dichiarano all’Inps i redditi provenienti da un conto corrente e libretto di risparmio mentre per la Banca d’Italia il 90,1 per cento delle famiglie è titolare di un deposito bancario o postale ed il 70 per cento delle famiglie più povere ha un dossier aperto. I ricoveri con retta parziale o totale carico di enti pubblici che incidono sul livello dell’importo dell’assegno sociale e della pensione sociale possono anch’essi non essere dichiarati e controllati in quanto non sono presenti i dati e le informazioni relative a tali prestazioni”.
Per Diego Zardini e Alessia Rotta la Banca dati dei conti correnti e delle prestazioni sociali agevolate vanno utilizzate a vantaggio dell’intero sistema di Welfare, comprensivo delle prestazioni sociali erogate dall’Inps, e non solo a beneficio dei controlli Isee. Tale operazione per gli interroganti si inserisce nel progetto di spending review finalizzato all’eliminazione degli sprechi e delle spese improduttive.
Per i motivi esposti i deputati Zardini e Rotta chiedono ai Ministri competenti di sapere le intenzioni dei ministeri rispetto all’utilizzo dei nuovi strumenti, previsti per l’Isee, da parte dell’Inps e dell’intero sistema del Welfare.