Museo di Storia Naturale: quali soluzioni?
Ormai lo abbiamo capito, Flavio Tosi con le politiche della cultura non ci azzecca quasi mai. Era stato lui, ancora nel 2009, a proporre di fare di Castel San Pietro un bel casinò, e oggi sembra non accorgersi che la soluzione di portarvi il Museo di Storia Naturale, per quanto più rispettosa della destinazione d’uso, si sta confermando inadeguata per carenza di spazi.
Non discutiamo sullo splendido intervento che la Fondazione sta realizzando, ma chiediamo: il Comune dove ha intenzione di portare le collezioni di Scienze Naturali in “eccedenza”? In un altro sotterraneo? In un sottoscala? Farà un’altra dependance vanificando così il proposito di vendere Palazzo Pompei? Dire che si selezioneranno i reperti più adatti ad un contesto di museo “moderno e tecnologico” appare una di quelle frasi vaghe, adatte a tutte le stagioni. Si prevede una semplice, se pur dignitosa, sistemazione del materiale o un investimento nella didattica mussale interattiva? Sono state studiate e previste modalità che possano valorizzare, anche attraverso forme di comunicazione visiva e digitale, lo straordinario patrimonio del Museo?
La verità è che la questione dei contenitori non è stata e non è di facile soluzione: per Castel San Pietro, poi, sono state avanzate molte proposte, ma negli ultimi anni non si è mai voluto affrontare la cosa nella logica di un progetto complessivo sulla città. Si è prima cercato di “parcheggiarvi” la Galleria d’Arte moderna, poi finita al Palazzo della Ragione; quindi si è parlato di un non meglio precisato “museo della città”, infine il Museo di Scienze Naturali. Forse bastava ascoltare qualunque architetto o confrontarsi con qualsiasi “addetto ai lavori” per concertare al meglio la valorizzazione degli spazi di Castel San Pietro.
Già un sopralluogo, effettuato dalle commissioni consiliari ancora tempo fa con l’allora Assessore Giacino, aveva suscitato le nostre perplessità sull’adeguatezza degli spazi nell’accogliere il ricchissimo materiale del Museo. In quell’occasione la risposta di Giacino era stata generica e traduceva l’assoluta assenza di prospettiva sulla destinazione del manufatto ristrutturato. Ora la preoccupazione per il destino del grande patrimonio naturalistico della città si riaffaccia e non può permettersi ulteriori latitanze dell’amministrazione, che già a suo tempo aveva attirato negativamente l’attenzione della comunità scientifica internazionale sulla misteriosa vicenda delle selci blu.
I consiglieri PD
Michele Bertucco e Orietta Salemi