In vendita l’Ist. Sperimentale di Frutticoltura
Con una delibera molto confusa, che prevede altre alienazioni di minor valore, la maggioranza in Provincia di Verona si appresta a mettere in vendita Villa Eugenia a San Floriano, sede dell’Istituto Sperimentale di Frutticoltura e Viticoltura veronese. Si tratta di un fulmine a ciel sereno, sintomatico della confusione politica che regna all’interno della maggioranza di centrodestra.
Non più tardi di 7 mesi fa, infatti, nel novembre 2013, il Consiglio Provinciale aveva votato all’unanimità una mozione proposta dal PD e illustrata dalla consigliera Clara Scapin, che prevedeva il rilancio dell’Istituto (la cui operatività negli ultimi anni è stata limitata a causa di una serie di tagli ai finanziamenti pubblici) mediante il coinvolgimento delle istituzioni del territorio, dalla Regione all’Università fino alla Camera di Commercio e a Verona Mercato.
Si tratta di una incredibile retromarcia che, stando alle poche motivazioni illustrate dai proponenti, deriverebbe dalla necessità di rientrare nei parametri del patto di stabilità, poiché la prevista alienazione delle quote dell’autostrada A4-Serenessima non è andata e non andrà a buon fine. La scelta di andare a toccare villa Eugenia contrasta con gli interessi del territorio e della sua economia, che dall’Istituto ha sempre ricevuto soluzioni concrete per il miglioramento dell’agricoltura veronese. Si ricorda che a questo centro (in pratica una grande azienda agricola sperimentale) si deve la selezione di nuove varietà di fragole e di viti resistenti ai parassiti.
Tra le fila della maggioranza viene ventilata l’ipotesi di vincolare la cessione al mantenimento dell’attività di ricerca e di puntare su soggetti istituzionali come la Fondazione Cariverona o l’Università, tuttavia in mancanza di almeno un preliminare di accordo, questo resta tutt’al più un auspicio. Più verosimilmente un simile patrimonio formato da fabbricati e da 48 campi di terra pregiata situati nel cuore della Valpolicella potrebbe far gola a cantine in cerca di espansione. L’impressione è che si voglia al più presto portare a casa la delibera per dare poi al presidente Miozzi (che resterà a capo della Provincia in qualità di commissario) la possibilità di gestire la partita con la più ampia discrezionalità. Ma questo sarebbe un epilogo per niente rispettoso degli interessi del territorio.
Aggiungiamo un particolare: da cinque anni chiedevamo la cessione delle quote della A4, ma l’interesse del Comune di Verona per coinvolgere la società serenissima nel finanziamento del traforo delle Torricelle ne ha impedito l’alienazione; di questo pesante danno all’intera provincia di Verona, qualcuno dovrà rispondere.
Lorenzo Dalai, capogruppo PD in Provincia di Verona
Clara Scapin, vicepresidente del Consiglio Provinciale
Mario Gianelli, responsabile Agricoltura PD Verona