SOVECO: niente certificato antimafia
Il Ministero dell’Interno ha chiarito che la SOVECO non ha ancora ottenuto il previsto certificato antimafia perché non sono conclusi gli approfondimenti che sono stati avviati. E’ quanto emerge dalla risposta che il Sottosegretario Manzione ha fornito al l’interrogazione parlamentare presentata dai deputati veronesi PD Dal Moro, Zardini, Rotta e D’Arienzo in Commissione.
Emerge, altresì, che i controlli sono in corso nei confronti dei rappresentanti “legali od occulti”, perché, come si è avuto modo di accertare nel corso dell’istruttoria, essi sono stati oggetti di procedimenti penali, alcuni dei quali ancora in corso. Peraltro, per conferire maggiore speditezza all’attività istruttoria avviata sul caso, e’ stato istituito presso la Prefettura di Verona, oltre al gruppo interforze, un tavolo specifico di cui fanno parte solo le Forze di Polizia e la Direzione Investigativa Antimafia.
Questo tavolo, che sta svolgendo anche ulteriori accertamenti sulla SOVECO in ragione della modifica avvenuta nell’assetto societario, sta verificando l’eventuale sussistenza di opere in corso di attuazione da parte della società sul territorio veronese per valutare l’accesso ai cantieri interessati.
I deputati PD hanno chiesto la massima attenzione sul tema in ragione delle molteplici implicazioni che l’attività istruttoria comporta. Scoprire che le indagini sono in corso anche nei confronti dei “soci occulti” e’ motivo di forte preoccupazione. Come pure la presenza della Direzione Investigativa Antimafia, presenza di norma non prevista nei Gruppi Interforze chiamati a svolgere gli accertamenti sui casi della specie. Peraltro, una risposta a distanza di quasi due anni non ancora pervenuta testimonia che probabilmente sull’impresa e’ in corso una seria ed approfondita ricerca e verifica e questo conferma la preoccupazione manifestata dal Partito Democratico nel sollevare l’interrogazione al Ministero dell’Interno.
Desta stupore, inoltre, il fatto che dopo due anni ancora non si sono conclusi gli approfondimenti ispettivi e questo comporta una distorsione evidente che nuoce alla collettività. Nessun giudizio anticipatore, totale fiducia nel delicato lavoro degli organi preposti, ma il lungo tempo trascorso fa dire che non è possibile che a distanza di quasi due anni non sia ancora arrivata una risposta dagli organi competenti. Occorre intervenire in sede legislativa per evitare questi tempi lunghi, che oltre a ritardare il procedere dei lavori corrono il rischio di creare danni all’Ente gestore della commessa e in caso di esito negativo sull’indagine possibili danni all’impresa che potrebbe tentare di rivalersi.
Il Ministero, quindi, e’ stato invitato ad accelerare i tempi di verifica, perché i cittadini veronesi hanno diritto di sapere se esistono eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata nei lavori pubblici veronesi.